L’antichissimo tracciato romano taglia orizzontalmente la città in senso est-ovest. Due grandi piazze alle estremità segnano i luoghi in cui un tempo si aprivano le porte della cinta muraria e cominciava la campagna. Via Emilia è naturalmente una delle strade da non perdere.
Lasciando la settecentesca piazza Sant’Agostino°° alle spalle, si incontra subito, sulla desta, largo degli Erri, dal nome di alcuni celebri pittori modenesi attivi nel XV secolo: la strada che qui comincia è la storica rua Muro° Dall’altro lato, invece, si apre largo Muratori, segnato dalla statua dello storico realizzata nel 1853 da Adeodato Malatesta. Le due vie che si spingono verso nord ai lati della piazzetta sono, a sinistra, Cardinal Giovanni Morone (il porporato, già vescovo di Modena, ai tempi del Concilio di Trento), in cui notare i curiosi doccioni delle ex Scuderie Tàcoli; a destra, via Nazario Sauro, da cui si scorge il campanile-torre della chiesa di Santa Maria della Pomposa°.
Proprio a quest’altezza, a destra, al numero 283 si staglia la mole di palazzo Montecuccoli degli Erri, riedificato nell’Ottocento da Vincenzo Maestri sul luogo della vecchia chiesa di San Biagio. Subito dopo, invece, al civico 269, il prestigioso palazzo Solmi, già Bellentani-Rangoni, di fronte al quale comincia via Ganaceto.
Sulla sinistra si apre poi l’ampia piazza Matteotti, dominata dalle due chiese di San Giovanni Battista°° e del Voto°. A destra, poi, si può raggiungere la Cattedrale, lungo Corso Duomo.
Passati oltre, si incontra Piazza Torre°°, dominata dai novanta metri della bianca Ghirlandina. Qui si erge la statua del poeta modenese Alessandro Tassoni, vissuto tra 1565 e 1635, autore del poema eroicomico La Secchia Rapita. Si scorgono anche, a destra della torre, la porta del Duomo denominata della Pescheria, le Canoniche della Cattedrale, nonché uno dei fianchi del Palazzo Comunale. Percorrendo poi il portico del Municipio, si nota, come mosaico nel pavimento, lo stemma giallo blu della città, adottato diversi secoli or sono.
Sulla sinistra gli alberi appartengono alla bellissima piazza Mazzini°° (notare il portico affrescato di casa Levi), mentre, sulla destra, lo slargo aperto sul lato della via, è denominato Piazzetta delle Ova, poiché qui si vendeva il pollame ai tempi del mercato. In alto è particolare l’orologio trasparente del Gavioli. Inoltrandosi sotto il voltone del palazzo si giunge in Piazza Grande; continuando invece verso est, si arriva all’incrocio con via Scudari, antica contrada de’ Molza, un tempo adibita al gioco del pallone. Qui si apre il bel cortile medievale sul retro del Palazzo Comunale.
Ci si imbatte quindi in quello che, almeno ai tempi dei Duchi, era l’incrocio principale della città: a destra via San Carlo, con l’ingresso degli omonimi Collegio°° e chiesa°, a sinistra, invece, via Farini°, con una splendida veduta prospettica della facciata dell’imponente Palazzo Ducale°°.
Sulla destra comincia il portico del Collegio San Carlo°°, lungo oltre centocinquanta metri, su cui si aprono diverse botteghe storiche (particolare l’orologio-lampione presso una delle prime insegne). Circa a metà del portico, dall’altro lato della strada, via Modonella accoglie il bel palazzo delle Poste, con un meraviglioso arco d’accesso in stile liberty.
All’incrocio con Corso Canal Grande°°, sulla sinistra, palazzo Marchisio-Rossi Barattini è del XVIII secolo. Superata la via, a destra si nota il vicolo dell’Albergo, piccolissima stradina chiusa che prende il nome dalla locanda che vi si trovava: la leggenda vuole che il gelsomino ancora presente nel cortile interno venisse regalato, in occasione del suo passaggio da Modena, da Papa Pio VII, diretto a Parigi per l’incoronazione di Napoleone.
A sinistra, la chiesa i cui contrafforti si stendono nel senso della via è la chiesa di San Biagio°°, la strada che comincia al suo fianco, via del Carmine, conduce all’antico chiostro della chiesa e a piazzale Boschetti.
Le due ultime vie sulla destra sono rua Pioppa e corso Adriano, entrambe conducenti alla chiesa di San Pietro°°: nella prima caratteristiche case con colori sgargianti; lungo la seconda si apre il grazioso e alberato largo Hannover. Qui si trovavano alcune scuderie ducali; il nome deriva dalla Duchessa Benedetta di Brunswich-Luneburg-Hannover, suocera del Duca di Modena Rinaldo I. Si sbocca, al termine della via Emilia, in piazzetta 29 settembre e quindi in largo Garibaldi.