Progettato da Vincenzo Maestri nella seconda metà dell’Ottocento, l’ampio teatro deve il nome a Gaetano Storchi, ricco benefattore che ne finanziò la costruzione (vedere la lapide nel foyer). La sala venne affrescata dal Forti.
Quanto al teatro di prosa – perché tali sono gli spettacoli che si danno tuttora allo Storchi – Modena può essere qui ricordata per alcuni importanti protagonisti.
Benché nato a Venezia, e alla laguna sempre associato, Carlo Goldoni aveva i nonni paterni modenesi, tant’è che il suo è uno dei cognomi ancor oggi più diffusi in città. Si dice infatti che la figura di Mirandolina, nella Locandiera, gli fu ispirata da una governante dell’omonimo paese della ‘Bassa’. Sul lato destro del Teatro Comunale°°, un busto ricorda come il commediografo amasse definirsi modenese.
E proprio allo stile goldoniano si ispirerà, a metà dell’Ottocento, un altro autore geminiano, Paolo Ferrari (1822-1889), la cui casa natale si trova in via dei Servi° e le cui opere furono apprezzate anche da Luigi Capuana. Il capolavoro del commediografo è Goldoni e le sue sedici commedie nuove. Ferrari fu anche un fervente sostenitore degli ideali risorgimentali.
Nata a Modena nel 1862, e morta in città nel 1937, è infine Virginia Reiter, la famosa attrice di origine tedesca prima interprete della Lupa di Giovanni Verga, sul finire del secolo. Il suo pezzo forte fu senza dubbio l’interpretazione della Madame Sans-Gêne di V. Sardou. A lei è intitolato il viale di fronte al Teatro. Dal 2014 le è stato dedicato anche il ridotto del Teatro.