Palazzo Ducale °°

La Guida di Modena

Palazzo Ducale °°

 

Piazza Roma
Aperto solo alcune dom mattina, su pren. telefonica
Biglietto 7 euro intero
                 5 euro ridotto
                 gratuito sotto i 5 anni
059 220022
Vedi anche Museo Storico dell'Accademia Militare°°
 

Secondo molti si tratta del primo palazzo barocco d’Europa, quello in cui vennero cioè per la prima volta realizzati i canoni dell’arte seicentesca. È monumentale e ricchissimo, d’arte e di storia: un gioiello degno delle ambizioni di chi lo volle. Per grandezza e fasto, ben potrebbe essere annoverato tra le più prestigiose regge a livello europeo.
L’attuale palazzo sorge sul luogo un tempo occupato dal castello fatto erigere nel 1291 da Obizzo d’Este, marchese di Ferrara, poi ricostruito mezzo secolo più tardi. Qui confluivano (e confluiscono tuttora, sottoterra) i vari canali modenesi che, scorrendo da sud verso il Po, si univano nel fossato della fortezza e ne uscivano uniti dal retro, lungo l’attuale viale Vittorio Emanuele II.
Quando, nel 1598, la capitale del Ducato estense, dopo la devoluzione di Ferrara al Papa, divenne Modena, Cesare I si sistemò nella roccaforte, già allora inadatta come residenza principale di una corte europea. Fu così che il suo successore, Francesco I, uno dei più grandi Duchi che Modena abbia mai avuto, commissionò il progetto di un nuovo e meraviglioso palazzo, grande molto più del doppio del primo. Siccome desiderava ottenere una reggia sontuosa, si rivolse ai maggiori architetti dell’epoca: dopo un primo progetto di Girolamo Rainaldi degli anni 1631-2, intervennero Bartolomeo Avanzini, che ne curò la realizzazione, Gian Lorenzo Bernini (suoi lo scalone e i finestroni alla sommità della torre centrale), Francesco Borromini (interpellato come acerrimo rivale del primo, per sicurezza) e Pietro da Cortona. Si cominciò con la costruzione del lato orientale, dove sorgeva precedentemente il castello medievale e si continuò pezzo dopo pezzo (anche per via degli elevati costi) sino all’ottocento.
La facciata è solidissima ma anche estremamente armoniosa. È caratterizzata dai due torrioni laterali (che rimandano alla costruzione precedente) e da quello centrale, di più ampie dimensioni. Le finestre sono binate, incorniciate di marmo quelle a destra, dipinte quelle a sinistra, i piani sono scanditi da cornici doppie, il fregio contiene delle aquile, simbolo degli Este, tra finestre ovali. Coronano la facciata delle statue: seicentesche quelle a destra e al centro (da destra: Mercurio, Pallade, Giunone, Ercole; il Tempo, la Fortezza, la Virtù, Marte); del primo novecento, ad opera di Giuseppe Graziosi, quelle a sinistra (da destra: Venere, Bacco, Cerere, Vulcano). Stupisce poi la ricchezza del torrione centrale, con cinque ordini di colonne sovrapposti. Accanto al portone di accesso, sormontato da un’aquila, stanno le statue cinquecentesche di Prospero Spani con Ercole e Marco Emilio Lepido. Al bel balcone (da cui si affacciarono Re e Papi) si accede da una grande porta finestra con cariatidi, mentre i piani superiori riprendono i motivi delle cortine laterali. L’orologio che conclude la torre venne istallato nel 1757, in conformità alle nuove mode francesi.
Oltrepassato il portone di accesso si giunge nel Sacrario, inaugurato da Vittorio Emanuele III in occasione della sua visita alla città nel 1929: alle pareti sono incisi i nomi dei caduti nelle varie guerre combattute dall’Italia (soprattutto prima e seconda guerra mondiale). Sopra la cancellata una scritta, «Preparo i nuovi eroi alle glorie d’Italia», così come la successiva «Una acies», rimanda all’attuale funzione del palazzo, sede della più prestigiosa Accademia Militare d’Italia. Oltre lo sbarramento dei cancelli si può ammirare uno dei migliori esempi internazionali di cortile barocco: quadrangolare, presenta una successione di serliane doriche e ioniche tutt’attorno, tra le quali si possono scorgere le numerose statue che ornano le logge. A sinistra si apre invece il grandioso scalone d’onore, con rampe che si avvitano in una salita quadrata sui muri della quale si notano statue provenienti da villa d’Este a Tivoli (tra queste, Minerva venne posta in piazza ai tempi della rivoluzione francese, come simbolo di libertà). Si dice che lo scalone – sostanzialmente identico a quello di Palazzo Barberini a Roma – fosse percorribile anche a cavallo.
Dalle logge del primo piano si giunge invece alle sale storiche del palazzo. Alcune sono occupate dal bel Museo dell’Accademia Militare°°, altre ospitano invece gli ex appartamenti di stato, oggi adibite a circolo ufficiali.
Tra le prime occorre senz’altro menzionare la Sala delle Guardie Nobili, anticamera all’attigua Sala delle Udienze Private. Il soffitto è a cassettoni, dorato e argentato, di gusto seicentesco. Seguono poi la Galleria dello Stringa, così chiamata per il soffitto, dipinto da Francesco Stringa, pittore modenese del XVII secolo, le sale un tempo adibite a gabinetto di lavoro di Francesco IV e alla sua Conservatoria Privata. La Sala delle udienze private ha uno dei decori più antichi della residenza, a cassettoni, in oro zecchino, con ampie fasce perimetrali alle pareti, così come la Sala del Caffè, con decori di preziosissima porpora e la Sala detta camera d’oro per il sorprendente soffitto dorato con specchi. La Stanza Ovale delle Colonne veniva invece usata come sala da pranzo. Si accede poi alla Galleria dei Bronzi e alla Sala Colleoni, con un grande tavolo ovale che cela un nascondiglio dove potevano celarsi le spie del Duca  per riferirgli i commenti dei collaboratori; alle pareti dipinti con membri di casa d’Este. La Sala dello Stringa conserva un affresco, sul soffitto, del seicento, realizzato da Francesco Stringa e raffigurante le nozze di Psiche e Cupido, con medaglioni di Antonio Traeri. Da qui si passa al Salone d’Onore o Salone delle Feste, il maggiore tra gli ambienti della reggia: fu terminato nel settecento per volere del Duca Francesco III. Il soffitto in legno venne dipinto da Marcantonio Franceschini nel 1695 con Giove che incorona Bradamante, ritenuta fondatrice della dinastia. Le quadrature sono di Enrico Haffner. Le sale che occupano il lato destro del palazzo sono decorate da semplici motivi rococò. Da una di esse, la Sala del Trono, si accede allo straordinario Salottino d’Oro, la saletta fatta costruire da Francesco III nel 1756 su disegno di Francesco Salvadori. È interamente rivestita di pannelli di oro zecchino rimovibili, che la rendono una delle opere più raffinate del settecento europeo. Qui Francesco IV firmò la condanna a morte di Ciro Menotti.
Ritornando all’esterno e circumnavigando l’enorme palazzo, verso destra si giunge su corso Canal Grande°°, da dove si vede il lato orientale dell’Accademia, con un ampio terrazzo sul giardino interno, prendendo corso Cavour si giunge invece al lato settentrionale, con la bellissima corte ottocentesca decorata da aquile estensi; girando ancora, il lato ovest, su via 3 febbraio 1831, è il più uniforme: bella la vista sul retro dell’antico torrione e sulla Ghirlandina.

 

[Le immagini sono dell'Autore dietro gentile autorizzazione]