La colonia romana di Mutina venne fondata nel 183 a.C. sul luogo di precedenti insediamenti preistorici. Ben presto la città divenne grande e ricca: nel 43 d.C. qui si combatté la celebre battaglia di Modena, in cui si scontrarono Marco Antonio e Ottaviano con Decimo Bruto.
Gli ultimi secoli prima della caduta dell’Impero romano furono per Modena un periodo di sostanziale decadenza, benché fu proprio in questo periodo che fu vescovo Geminiano (morto il 31 gennaio 397, oggi giorno di festa), il Santo Patrono della città.
La rinascita si ebbe verso l’anno Mille. Il 9 giugno 1099 iniziarono i lavori di costruzione della nuova Cattedrale romanica; dal 1126 nacque il libero comune; nel 1175 uno studio universitario tra i più antichi del mondo.
Le lotte intestine che insanguinavano la città condussero alla decisione di porre Modena sotto il controllo del marchese di Ferrara Obizzo d’Este (1289): comincia così il secolare rapporto tra la città e la famiglia d’Este. I primi anni non furono pacifici, tanto che i signori di Ferrara furono sostituiti dal feroce tiranno Passerino Bonacolsi (1312), colui che condusse la vittoriosa guerra con Bologna il cui simbolo è la nota Secchia rapita (battaglia di Zappolino). Dalla metà del XIV secolo l’autorità estense fu comunque riaffermata definitivamente.
Papa Giulio II conquistò Modena nel 1510, e vi pose come governatore Francesco Guicciaridini fino a quando, dopo pochi anni, la città non rientrò in mano estense (di quest’epoca l’addizione erculea che ampliò il perimetro del centro verso nord). Quello rinascimentale fu per Modena un periodo molto florido dal punto di vista artistico e culturale, di cui ancora oggi il centro storico porta testimonianza.
Quando, nel 1598, il Duca di Ferrara Cesare I venne costretto dal Papato ad abbandonare la città, ecco la svolta per Modena, che diventò – rimanendolo sino al 1859 – la capitale dei domini estensi. Uno stato, quello del Ducato di Modena, che si estese nel corso del tempo fino a Reggio Emilia e al Tirreno, in una posizione strategica per i traffici (invero, era lo stato italiano più esteso tra quelli piccoli).
Comincia così la lunga storia di Modena capitale, sede di una corte di livello europeo: si giustificano così i grandi lavori di rinnovamento edilizio, gli illustri personaggi ospitati in città, lo splendore artistico dei suoi palazzi e delle sue chiese.
Tra i Duchi, non si può non ricordare Francesco I (1629-58), costruttore del Palazzo Ducale e mecenate delle arti, oltre che abile politico e condottiero. Così come non si possono dimenticare due donne: Laura Martinozzi, nipote del cardinale Mazzarino, reggente per diversi anni (1662-74) dopo la morte del marito Alfonso IV, e Maria di Modena, colei che, sposa di Giacomo Stuart, sarà la causa della Glorious Revolution inglese (1688). Importanti furono anche gli anni di Francesco III (1737-80), illuminato sovrano che sostenne le scienze, migliorò l’urbanistica e aiutò l’economia.
Durante la Rivoluzione francese, Modena – visto il suo ruolo chiave, come capitale estense, nella geopolitica della pianura padana – fu sede del congresso della Repubblica Cispadana e in seguito confluì in quella Ciasalpina: più volte fu in città Napoleone Bonaparte, come console prima e come imperatore poi.
Gli anni della Restaurazione si segnalano per il governo paternalistico e conservatore dei Duchi Francesco IV e V d’Austria-Este, epoca di rinnovamenti urbanistici e di sommosse popolari risorgimentali. Nel 1831, Modena fu, con il suo patriota Ciro Menotti, al centro dei moti che investirono l’Europa.
Cacciati definitivamente i Duchi nel 1859, dopo la dittatura di Luigi Carlo Farini e i plebisciti confermativi dell’annessione allo Stato sabaudo, Modena entrò definitivamente nel nuovo Regno d’Italia.
Da allora si ricordano alcune visite di Sovrani (Vittorio Emanuele II e III); il ruolo della prestigiosa Accademia Militare°°, in cui si formarono moltissimi generali dell’esercito; la fondazione della scuderia Ferrari nel 1929; la Resistenza partigiana durante la Seconda Guerra mondiale che fece guadagnare alla città la Medaglia d’Oro.
Oggi Modena è famosa nel mondo soprattutto per il belcanto di Luciano Pavarotti e Mirella Freni, per la tradizione motoristica (Ferrari, Maserati), per le eccellenze culinarie e per il suo Duomo che dal 1997 è Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
[Le immagini contrassegnate con 'laguidadimodena.it' sono dell'Autore, le altre sono state gentilmente concesse dalle Istituzioni cui si riferiscono: in calce alle rispettive pagine si possono consultare i copyright. Tutte le immagini del sito NON sono liberamente utilizzabili]