Modena è sede di uno studio universitario sin dal 1175, il quinto più antico del mondo.
Nei secoli, la sede delle facoltà cambiò molte volte, ma, nel 1773, l’illuminato Duca Francesco III decise di costruire una degna sede accanto alle absidi della chiesa di San Carlo°. Il progetto venne affidato a Francesco Tadolini e ad Andrea Tarabusi (secondo altri, a G.F. Zannini).
Oltre l’ingresso, dominato dalle cancellate in ferro battuto di Gian Battista Malagoli (fine Settecento), si accede a una zona retta da colonne che separano due cortili ai lati. I busti che ornano le pareti ricordano gli illustri frequentatori dell’Università, da Bernardino Ramazzini (fondatore della medicina del lavoro) a Giambattista Amici e Ludovico Antonio Muratori. Sulla destra, lo scalone monumentale a tre rampe è sovrastato da un padiglione con ricchi stucchi e decori. L’aula magna conserva ancora gli stalli lignei originari e un bel soffitto dipinto a cassettoni. Un altro scalone – progettato dal noto architetto dei primi del Novecento Arturo Prati – conduce invece al Rettorato.
Per molti anni sede della Facoltà di Giurisprudenza, oggi che questa è trasferita presso il convento di San Geminiano, il palazzo è occupato in parte dalla ricca biblioteca giuridica, in parte da uffici.