La chiesa, inconfondibile per la cupola raffinata e slanciata, venne edificata a seguito del voto fatto dai modenesi alla Madonna della Ghiara in occasione della terribile epidemia di peste che colpì la città nel 1630 – così come ricorda la lapide sul portale. Fu un momento in cui la comunità, decimata dal contagio, fu messa a dura prova; anche il Duca Francesco I dovette lasciare la città.
La facciata, su due ordini, ionico e corinzio, con inserti in marmo, venne disegnata da Cristoforo Malagola detto il Galaverna, anche per dare degno sfondo a corso Duomo. Come molte delle chiese modenesi, l’interno è ad unica navata con cappelle laterali. Sulla controfacciata, di Francesco Stringa, tela con i Santi Geminiano, Contardo e Omobono del 1699. A sinistra, presso la cappella del contagio, il capolavoro di Ludovico Lana, Madonna della Ghiara con i Santi Geminiano, Omobono, Rocco e Sabastiano e scene della peste modenese: molto interessanti la ricchissima cornice dorata che circonda la tela e la raffigurazione che in essa è data di Modena (con la torre comunale oggi ‘mozza’). Nel presbiterio, Assunta di Jacopo Consetti e Morte di San Giuseppe di Francesco Stringa. A destra, Madonna col Bambino e Sant’Antonio dello Stringa; Crocifissione di Ludovico Lana entro altare in marmo di Andrea Baratta; Santa Filomena del pittore ottocentesco Adeodato Malatesta.
Per moltissimi anni si celebrò qui, all’alba (particolarmente frequentata dai venditori ambulanti del mercato mattutino), la ‘messa della gazza’, in ricordo di un servitore di una nobile famiglia modenese condannato a morte per aver rubato dell’argenteria che poi si scoprì essere stata sottratta da una gazza ladra.
[Le immagini 2 e 3 sono dell'Archivio Fotografico del Museo Civico d'Arte di Modena]